Spam: nulla si distrugge, tutto si trasforma
Se guardiamo i numeri, il 2012 sembrerebbe essere stato particolarmente positivo per quanto riguarda lo spam : secondo il report Kaspersky c’è stata una importante diminuzione (in un anno -8,2%) delle mail non volute. Sembrerebbero dati particolarmente positivi no? In realtà dobbiamo tenere uno sguardo più ampio sul fenomeno perché anche nello spam nulla si distrugge, tutto si trasforma.
Lo spam
Il termine spam nasce da un simpatico sktech dei Monty Python e generalmente indica i messaggi di posta indesiderati normalmente di carattere pubblicitario. Più o meno abbiamo ricevuto tutti una mail che prometteva di “aumentare” parti anatomiche grazie alla nuova pillola miracolosa: quello è spam.
Il confine con il phishing è labile ma di solito ci si riferisce a quest’ultimo solo nel caso in cui vi sia un tentativo di sottrazione di credenziali o informazioni sensibili. Spam sono tutte quelle comunicazioni commerciali indesiderate alle quali non abbiamo dato l’assenso.
Sta davvero diminuendo?
Se guardiamo il grafico di Kaspersky in effetti sembra esserci un trend in calo dopo un picco nel 2008
Lo spam non è un’attività che viene svolta per divertimento: viene fatto per ragioni economiche e nel 2012 ha portato a un guadagno di circa 200 milioni di dollari. Che cosa ci hanno ripetuto in questi anni i video sui Social Media 1?
oltre il 50% della popolazione è al di sotto dei 30 anni
la generazione X e Y considerano la email passé
alcune università hanno smesso di distribuire indirizzi email
Dato che gli utenti usano sempre meno la mail e sempre di più i Social Network, per quale ragione delle persone interessate al guadagno dovrebbero continuare a usare questo tipo di piattaforma? A questo punto cosa fanno? Come tutti i “marketers” vanno sui Social Media
Abbiamo quindi lo spam su linkedin (di soliti tramite messaggi privati o post all’interno dei gruppi), commenti sui blog (con complimenti per i contenuti seguiti da un link a portarli o offerte commerciali) e molto altro. Ormai su Twitter non è difficile imbattersi in messaggi come 2
Hei guarda qui, potresti vincere un ipad gratis: http://wwww.xxx Condividi per vincere
In ogni caso lo schema è sempre quello: prometti un prodotto gratis e raccogli informazioni di utenti che poi rivenderai a terzi (diciamo che in questi casi poi ci avviciniamo sempre più alle frodi e alle compromissioni)
I due casi più interessanti (anche in ordine di tempo) sono Instagram e Facebook
Instaspam
Il fatto che sia stato creato un termine ad hoc per indicare lo spam su instagram è già piuttosto indicativo. Normalmente si possono vedere o profili creati ad hoc (come quello in foto)
Oppure non è difficile imbattersi in commenti come:
wow che bella foto. Io da www.xxxx.x ho trovato la stessa cosa
Anche in questo caso, come si diceva sopra, il confine con il phishing è molto labile dal momento che sempre più vengono richieste informazioni personali e dati sensibili (ad esempio il numero di telefono per ottenere il premio). Il fenomeno è in aumento 3
Ogni giorno 4 milioni di utenti su Facebook dichiarano di ricevere spam e i 20% è stato esposto a malware 4
Se Facebook chi di noi non ha visto girare questa famigerata offerta sui prodotti Apple gratuiti? 5
È arrivata a oltre 100.000 condivisioni promettendo prodotti gratis.
Perché mai prendersi la briga di mandare mail, quando puoi sfruttare l’ingenuità 6 delle persone per virilizzare dei contenuti commerciali palesemente falsi?
La cosa comoda è che non bisogna nemmeno mandare la mail direttamente: sono le persone a condividerla con i propri contatti (diventa più semplice e remunerative). Inoltre il numero di dati e informazioni che puoi raccogliere sugli utenti in questo modo è di gran lunga maggiore (senza contare che, dopo aver raccimolato un buon numero di fan, puoi vendere la pagina generando altro spam).
Anche in questo caso è possibile vedere come il confine tra spam e phishing si assottigli sempre più dato che molte comunicazioni indesiderate di carattere commerciale molto spesso sono finalizzate a truffe o sottrazione di informazioni o compromissioni.
Anche lo spam si adatta
Diciamo che la mail di spam poi non è sparita ma è cambiata: ultimamente ricevo molti comunicazioni commerciali dai miei “amici” su Facebook (ovviamente questo significa che non sono invii casuali, ma contestualizzati)
Alla fine, come le aziende, anche gli spammer si spostano sulle piattaforme più utilizzate, dove i ritorni sono maggiori. Anzi, dato che si possono raccogliere molte più informazioni e che le persone sono molto meno caute, i Social Media rappresentano un territorio molto più fertile e allettante.
[hr]
Featured image Photo by epSos.de – http://flic.kr/p/dAPegg
Note:
- Ad esempio si può guardare Socialnomics di Eric Qualman http://www.youtube.com/watch?v=TXD-Uqx6_Wk&feature=player_embedded ↩
- Sullo spam via twitter c’è questo approfondimento di symantec ↩
- anche in questo caso c’è un post di approfondimento di symantec ↩
- In questo caso è possibile dare uno sguardo più approfondito a questa infografica elaborata da Zone Alarm ↩
- Qui trovate un ulteriore approfondimento sul caso specifico ↩
- al limite della stupidità ↩
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