Le recensioni e le ossa



Questo post ha piu' di sei mesi. Le informazioni contenute potrebbero non essere aggiornate: ultima modifica: 10.07.12

Mi hanno mandato il libro “la voce delle ossa” di Kathy Reichs: non conoscevo l’autrice, non conoscevo la serie, non sapevo avesse qualche legame con la serie Bones (della quale ho visto mezza puntata). Il libro mi è piaciuto ma ho deciso di non fare una recensione del libro perché non credo nelle recensioni.

Passando oltre il fatto che non sono un recensore (al massimo posso fare delle analisi semiotica talmente avvincenti  da far addormentare uno scoiattolo sotto anfetamina) il libro mi è piaciuto (tralasciando il passaggio dove si cerca la complicità del lettore) e questo, come ho detto poco fa, dovrebbe essere sufficiente: un giudizio personale privo di argomentazioni. Quanto influisce una mia analisi su un romanzo sulle vostre opinioni sul libro e l’autrice? Per nulla e in nessun modo.

Ogni giorno online ci sono delle piacevoli infografiche che illustrano come le persone si fidino di più dei giudizi dei propri amici piuttosto che di soggetti istituzionali noti. Un elemento a mio avviso interessante su questo tema è che le persone sono programmate per prestare una particolare attenzione gli amici e ai parenti: quando interagiamo con loro si attiva la corteccia prefrontale mediale, la parte del cervello che regola il comportamento sociale e ne percepisce il valore (una chicca: sembra Facebook, rispetto a Twitter, attivi maggiormente quest’area). Quindi se non siamo amici o non ci conosciamo, difficilmente presterete molta attenzione a quello che dico.

Inoltre, quanto peso ha una recensione? Se ci fermiamo a riflettere meglio vediamo come su ogni prodotto ci sono recensioni positive e negative e i voti sono abbastanza simili (se il ranking è da 1 a 5 state certi che almeno il 70% delle opere avrà 3 come punteggio). Questo avviene perché le persone tendono ad essere prudenti quando esprimono delle opinioni su qualcosa: esprimere un giudizio molto positivo o negativo significa prendersi una responsabilità forte nei confronti del prodotto. Oltretutto se un mio conoscente non trovasse corretta quella valutazione, potrebbero nascere dei conflitti: nel dubbio di solito decidiamo molto velocemente per le tre/quattro stelle, non diamo mai il  punteggio massimo o minimo. A questo punto come si decide?

In molti casi la nostre scelte online sono in parte già state prese: se siamo convinti che il libro e l’autrice siano interessanti valuteremo e leggeremo le recensioni positive, se siamo convinti che il testo sia poco valido troveremo conferma nelle recensioni critiche. È un meccanismo abbastanza noto: tendiamo infatti a zittire eventuali prove della dissonanza cognitiva in modo da poter giustificare continuamente le nostre scelte. Oltretutto se una persona non competente (o non riconosciuta come tale) consiglia qualcosa lontano dalla sua area tematica non so quanto sia credibile o influente (potete leggere due righe su questo tema sul blog di Andrea Contino: ho risposto a qualche domanda proprio su questo tema).

Quindi, qualunque cosa dovessi dire sul libro non avrei nessuna influenza sul vostro giudizio o sulla scelta o meno di comprare il libro: il mio consiglio (se siete incerti) è di andare in libreria, prendere in mano il libro, guardare la copertina, leggere la sinossi, spulciare qualche pagina e vedere cosa dice la vostra pancia (o cervello emotivo). Se siete convinti compratelo, se non siete convinti passate oltre (ovviamente se siete già fan  dell’autrice ogni discorso è inutile perché avrete già deciso di prendere il libro)

[hr]

Anche se ho parlato soprattutto di decision making e neurobiologia, questo post rientra nella categoria recensioni dato che è legato a un prodotto che mi è stato dato in omaggio. Vi ricordo che se volete solo i post legati alla comunicazione e non i miei pensieri su altri temi e le recensioni potete scegliere i feed per categoria da questa pagina

Disclaimer: mi hanno mandato il libro in omaggio, non mi hanno però chiesto di scrivere per forza una recensione. Vale sempre la stessa regola: se il prodotto mi piace ne parlo, se non mi piace ne parlo male, se non mi interessa non ne parlo.

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