Cena al Benihana

Questa sera abbiamo cenato al Benihana, un ottimo ristorante giapponese dove ci si siede intorno alla piastra ed il cuoco viene al tavolo a preparare e a cucinare la cena davanti a te.

La cosa divertente è che non solo cucinano, ma fanno spettacolo: fanno vulcani con le cipolle, fanno saltare le code dei gamberetti nei loro cappelli e nel taschino, fanno saltare le ciotole di riso: è una cena con incluso uno spettacolo di giocolieria.

Divertente.

A New York si trova nella 56 strada, tra 5th e la 6th ave.

Guggenheim Museum

Visita al Guggenheim museum di New York. Più che un post un elenco delle mie opere preferite di questo straordianrio museo. Tra i miei artisti e opere preferite: primo tra tutti Chagall, poi Franz Marc, Kandinskij, Picasso, Rothko, Modigliani, Van Gogh, Cezanne. Non ricordo tutti gli altri, ma ho visto opere stupende. Se me ne verranno altre in mente aggiungerò al post.

New York

Eccomi di nuovo a voi: in questi giorni la connessione libera è scarseggiata e questo a causato la diminuzione dei post. Fortunatamente oggi abbiamo uno spot wi-fi libero.

In questi giorni siamo a New York, la grande mela.

Giornate intense spese a camminare perchè è il modo migliore per girare la città: ieri ad esempio abbiamo girato per tutto il central park. Circondati da scoiattoli e famiglie abbiamo scarpinato per un oretta per questo parco immenso e bellissimo. Oltre a questo abbiamo cammianto per la 5th ave e le altre strade vedendo il chrysler building e l’empire state buiding: due passi tra le geometrie dei grattacieli

In qusti giorni farò dei piccoli post su ogni argomento perchè altrimenti farei un postone immenso che nessuno leggerebbe: meglio brevi e concisi per una lettura più veloce.

Mitchel Resnick

Abbiamo cenato a casa di Mitchel Resnick.

Ottima cena con ottime chiacchere. Vi ho detto che l’altro giorno ero stato al Mit: Mitch è il direttore del media Lab, del progetto kindergarten. Inoltre è stato lui a prgettare, insiema al suo team, il software di scratch e i pico: l’evoluzione del lego.

I pico sono lego programmabili, con sensori di lice, movimento, si tatto di resistenza e molti altri gadget, che possiamo programmare per fare quasi qualunque cosa: una torta che se soffi sulle candeline parte una canzone, due pupazzi che giocano se c’è rumore. L’evoluzione del lego mindstorm.

Abbiamo chiaccherato per alcune ore di creatività, del rapporto di questa con la tecnologia, e di quella che in semiotica si chiama risemantizzazione: un termine x, viene ripensato in modo diverso da quello originale ma coerente, un po’ come la Dechampizzazione (un mio neologismo da Marchel Deschamps): artista non è chi produce, ma colui che attraveroso un processo creativo ridisegna il mondo, gli oggetti e i loro usi.

Salem

La prima tappa di questa terza giornata è stata Salem, ridente cittadina dove nel 1700 s’impiccavano le streghe (le donne che sapevano fare 3×2: fate questo test alle vostre amiche, assicurano si infallibile per capire se una donna è una strega).

Se 300 anni fa le streghe le bruciavano adesso le venerano perchè sono diventate la maggior attrazione del posto: tutto per la strega, dalle gonne alle lucertole, dai tarocchi alle palle di cristallo.

Smbrava di essere a Diagon Alley

Foto

Su Flickr qui potete trovare alcune delle foto del viaggio appena iniziato

MIT

Sono ancora sconvolto.

Oggi siamo stati al Mit (Massachusset Institute of Technology), e più precisamente al Media Lab, per un workshop accompagnati da un amica che sta sviluppando un progetto con i bambini ed il software scratch (scarica) che permette di creare animazioni, giochi con una struttura simile a quella dei lego. Il progetto riguarda la creatività, i bambini, lo svilppo della tecnologia e richiede un post a sè data la bellezza e la complessità dell’argomento.

Quello che mi ha però più colpito sono le dimensioni e la struttura del Mit. Sono incredibili le dimensioni di questa università: io, che studio a Bologna, sono abituato a vedere un buon numero di edifici adibiti a sede dell’università, ma qui parliamo di un intera città, dell’intera Bologna adibita ad università: si rimane davvero sconcertati.

Poi la sorpresa inizia a calmarsi, ma entrati negli edifici, ecco che le mascelle cedono e ti ritrovi con il mento che rasenta prima lo sterno e poi giunge a terra con un tonfo. Ambienti colorati e vivaci, piante, giochi, divani e lavagne dappertutto (l’ispirazione quando arriva arriva): è un altro mondo rispetto a quello a cui sono/siamo abituati.

Io sono felice, quasi innamorato della mia università a Bologna, ma al rientro proverò un po’ d’invidia, come quando assaggi la granatina da Stefino e dopo ritorni ad una buona granatina, ma lontana da quella straordinaria che ti ha colpito il palato.

Boston

Oggi è iniziata l’avventura per gli States.

Risveglio verso le 6.30, dovuto più al jet leg che alla buona volontà, seguito dal Pa Tuan Chin (esercizio di raiscaldamento e ssviluppo del chi) per quanto riguarda Me, Giulio e Daniel. Il moto ci ha preparato alla colazione: calssica USA con Uova, caffè lungo e frittelle.

Poi breve tappa per comprare de walkie talkie per sentirci tra macchine senza telefonare e via in macchina verso il Children Museum, un laboratorio per i bambini dove si gioca e s’impara: in realtà i bambini sono una scusa per gli adulti che accompagnano e possono così giocare e fare i matti (io giulio e miki ci siamo infatti dati alla follia anche se eravamo fuori target).

Poi siamo tornati seri ed abbiamo camminato verso l’acquario: bellissimo! Da segnalare sopratutto i pinguini (tanti e simpatici), la vasca centrale con tartarughe enormi di 75 anni e le bellissime e dolcissime foche. Molto bello anche tutta ‘area delle meduse dove si potevano osservare i piccoli polipi.

Verso le 18.30 siamo andati nel quartiere universitario (dove si trova il Mit ed Oxford e Cambridge): sono rimasto basito poichè la zona universitaria è grande come tutta Bologna, se non di più. E’ davvero sconfinata.

Per festeggiare cena con Palinurus elephas, Decapode della classe dei Malacostraca, famiglia dei crostacei (aragosta).

Un po’ di stretching e pornti a caricarci per un’altra giornata.

Un ottimo inizio

Welcome in Boston

Ora locale 20.36: alle 20.35 siamo entrati in camera e 30 secondi dopo io e Daniel siamo già connessi alla rete wi-fi dell’albergo.

La traversata in aereo è decisamente volata, complici i videogames, i film e il dottor house che ognuno poteva comodamente guardare sul suo schermino privato. Qualche ora di meritato riposo dopo la levataccia della mattina ha contribuito uccidere le ultime ore (8 da Milano a NY e un 40 minuti da NY a Boston).
Un rapido sguardo dalla macchina a Boston durante il tramonto e domani inizia l’avventura.
Su Flickr le foto delle mie vacanze in montagna e le foto del viaggio che è appena iniziato: magari metterò anche dei filmati su U Tube

Partenza per il viaggio

Ore 5.15. Un sonno denso come la nebbia vela gli occhi.

Ora della partenza per gli USA. C’è che si affretta, chi prepara il caffè (Giulio grazie), chi ancora non è convinto del viaggio, chi invece cerca gli ultimi disperati minuti di sonno come un pesce cerca l’acqua quando cade fuori dall’acquario.

Il prossimo post sarà direttamente dagli USA, on the road.

Io sono stato investito del titolo di scrivano (blog e cartaceo) e regista (il tanto temuto filmino delle vacanze sarà opera mia).

A presto.