
In molti mi stanno chiedendo il significato del tatuaggio che mi sono fatto sulla schiena. Poichè la spiegazione è lunga ho deciso di dedicarci un post: nel mio tatuaggio troviamo Yin – Yang, Taosimo, Confucianesimo, I-Ching, Mei Hua, Wu hsing (cinque elementi) e la semiotica con il suo/mio concetto di comunicazione (che non sarà trattata lungamente, solo in accenni).
Partiamo dal centro
Parte centrale del tatuaggio è il T’ai Chi Tu, la rappresentazione del principio supremo (Tai Chi). In questo caso vediamo come questo rappresenti la teoria Yang (Bianco) – Yin (Nero), dove si concepisce la realtà come composta da elementi contrapposti e complementari: luce – ombra, maschile – femminile, esterno – interno, caldo – freddo, positivo – negativo, alto – basso….(una sorta di visone pari a quella della semiotica strutturale). Quella sulla mia schiena è solo una delle rappresentazioni possibili. Normalmente la parte bianca è posta a sinistra e quella nera a destra: il sole infatti sorge ad est e tramonta ad ovest. Le due componenti principali sono in equilibrio avendo pari superficie: la suddivisione in S delle due parti fa sì che il perimetro della parte Yang e della parte Yin siano equivalenti al perimetro dell’intera circonferenza
Bianco e nero, ma non solo: il disegno è composto da quattro elementi: Grande Yang, Grande Yin, Piccolo Yang e Piccolo Yin. Queste parti ricordano che gli assoluti non esistono, ma ogni componente ha in se il germe del suo opposto: il massimo dello Yang genera Yin e viceversa: ogni elemento non è mai definito ed è sempre relativo: un uomo è yang rispetto ad una donna, ma è yin rispetto ad una persona più anziana: l’assoluto non esiste, esiste una visione sotto qualche rispetto (come Peirce afferma che cogliamo solo aspetti particolari di ogni cosa). In questa rappresentazione vediamo le due componenti ferme, ma in realtà sarebbe più corretto immaginarle come liquide, come due fluidi che si mescolano pur mantenendo le proprie caratteristiche. L’unica elemento immutabile è il cambiamento stesso rappresentato dalla circonferenza: la stasi non esiste, l’evoluzione è continua (e qui andiamo nella semiotica interpretativa e generativa).
Normalmente Yang a sinistra e Yin a destra, ma sulla mia schiena sono orizzontali: rappresentano il Taoismo. Il Taoismo s’identifica con la natura e con la “via”, Tao. Definire cosa sia il Tao è impossibile: “Il Tao che si esprime con le parole non è il vero Tao” parole di Lao Tzu, il Tao è un principio sopra la morale che è insito nella natura: inotre il tao è vuoto, privo di elementi che ci permettono di definirlo, ma questo suo essere indefinito gli permette di generare ogni cosa (come la sostanza di Hjelmslev). Bisogna agire in accordo con la natura, non in maniera forzata o innaturale. Il Taoista dovrebbe conservare la semplicità e l’innocenza infantile e crede che la morbidezza prevalga sulla durezza. Nelle arti marziali questo si traduce con: “Un buon guerriero non è bellicoso, un buon vincitore non da battaglia, un buon comandante è un uomo umile”
Seguire il Tao nella vita in accordo con la natura e seguire il Tao nella società: il Confucianesimo. Rettitudine, rispetto delle regole e degli altri: si agisce perchè è giusto fare le cose, non perchè ci si aspetta una ricompensa o un vantaggio; non fare agli latri quello che non vorresti venisse fatto a te, fai agli altri quelo che vorresti venisse fatto a te. Uno degli aspetti che più interessanti è che, per il Confucianesimo, perchè riusciamo nelle nostre imprese è necessario l’aiuto del Cielo che però è fuori dal nostro controllo. Dato che non possiamo controllarlo è inutile preoccuparsi del successo o dell’insuccesso: dobbiamo solo impegnarci a fondo in quello che facciamo.
Intorno al T’ai Chi Tu troviamo i cinque petali del Mai Hua, il fiore di prugno. I cinque petali rappresentano i cinque elementi della tradizione cinese, i cinque continenti, i cinque popoli, i cinque archi del corpo (mano sx – mano dx, gamba dx – gamba sx, mano sx – gamba sx, mano dx – gamba dx, colonna vertebrale). Il fiore di prugno è un albero umile, che non si cura delle altre piante. Rimane in attesa durante l’inverno ed è il primo a sbocciare, ma solo per poco: i suoi fiori quando si staccano girano vorticosamente portati dal vento, ma cadono in piedi, in perfetto equilibrio. Il praticante di mei hua non si oppone al suo avversario, schiva la sua forza e rimane sempre in equilibrio, sia fisicamente che moralmente.
Intorno al disegno centrale troviamo una componente gli otto trigrammi, i pa kua. Immaginiamo Yang come 1 e Yin come 0: inizialmente ho solo due valori, 1 – 0, sì – no. Se li unisco posso avere quattro combinazioni 11 – 10 – 01 – 00, assolutamente sì – più sì che no – più no che sì – assolutamente no (vengono definite come le 4 immagini e come 4 stagioni). Aggiungendo un altro valore posso avere 8 possibili combinazioni e se sostituisco 1 con una linea continua e 0 con una linea spezzata ottengo gli otto trigrammi. Partendo dalla parte in alto a destra del mio tatuaggio abbiamo: cielo, vento, fuoco, montagna, terra, tuono, acqua, lago. Se unisco tra di loro i trigrammi ottengo gli esagrammi alla base dell’I Ching, il libro delle mutazioni, 64 esagrammi per descrivere qualunque situazione possibile in una concezione della storia ciclica, nella concezione che molte risposte che cerchiamo sono già in noi: abbiamo solo bisogno di accettarle. anche gli esagrammi sono in continuo mutamento in accordo con la natura
Infine all’esterno troviamo i cinque elementi: in alto il fuoco, il mio elemento, che è collegato all’organo più importante, il cuore; secondo la concezione cinese il cuore è molto più importante del cervello dato che il corpo può esistere senza cervello, ma senza cuore no. Come emozione è la gioia. A destra troviamo la terra, in basso a destra il metallo, in basso a sinistra l’acqua ed infine il legno. Gli elementi si generano e si distruggono vicendevolmente: il fuoco bruciando genera la terra attraverso la cenere, la terra al suo interno crea il metallo, il metallo attraverso la condensa produce acqua, l’acqua attraverso l’irrigazione genera il legno ed il legno bruciando genera il fuoco. Però il fuoco può distruggere il metallo fondendolo, il metallo può tagliare le piante, le piante possono coprire la terra e privandole dei nutrienti, la terra può bloccare l’acqua come una diga e l’acqua può spegnere il fuoco. Questi cinque elementi però non devono essere collegati agli elementi “fisici”, sono delle idee astratte che si collegano a questi elementi per delle somiglianze, non per una totale corrispondenza. L’uomo è considerato come composto da tutti questi elementi come un micro ed un macrocosmo al tempo stesso.
Questi vari elementi rappresentano la mia concezione della vita, delle arti marziali e della comunicazione: direi che sono la mia spiritualità.
Parma Work Camp
/in Riflessioni personali/by pierotagliaInnanzitutto vanno i complimenti alla Fran per l’organizzazione: applauso!
Primo barcamp di una lunga serie perchè è stato fantastico! Prima di tutto le persone: intelligenti, simpatiche ed interessanti; solo per incontrarle varrebbe la pena di andare ad un barcamp. Vi citerò in ordine sparso alcune delle splendide persone incontrate: il precario, la vyrtuosa, lapaoly, lafra, suzukimaruti, franziskina, wolly, paz, linda, maria, simone, Roberto Felter (che abita a 10 km da casa mia, ma non ci siamo mai incontrati prima, sarebbe troppo facile) e stef(ino). Ho visto anche molte altre persone, ma con queste ho chiaccherato a lungo e ne è valsa la pena.
Poi gli interventi: in questo caso il tema principale era il mondo del lavoro ed il rapporto con il web. Alcuni speech interessanti, altri molto interessanti da seguire con attenzione ed altri da mettere in dubbio dopo aver riflettuto. Qui potete trovare due interventi: Web 2.0 e disastri e Mettersi in gioco al tempo del web per farvi un idea di che cosa si è parlato. Mi è piaciuto molto l’intervento di Auro e Vanz sul curriculum dove si è sottolineato come la presenza di elementi social sia fondamentale mentre quelli classici lo siano meno (dipende sempre da dove mandi il CV e da che cosa stai cercando)
Il mio tatuaggio
/in Riflessioni personali/by pierotagliaIn molti mi stanno chiedendo il significato del tatuaggio che mi sono fatto sulla schiena. Poichè la spiegazione è lunga ho deciso di dedicarci un post: nel mio tatuaggio troviamo Yin – Yang, Taosimo, Confucianesimo, I-Ching, Mei Hua, Wu hsing (cinque elementi) e la semiotica con il suo/mio concetto di comunicazione (che non sarà trattata lungamente, solo in accenni).
Partiamo dal centro
Parte centrale del tatuaggio è il T’ai Chi Tu, la rappresentazione del principio supremo (Tai Chi). In questo caso vediamo come questo rappresenti la teoria Yang (Bianco) – Yin (Nero), dove si concepisce la realtà come composta da elementi contrapposti e complementari: luce – ombra, maschile – femminile, esterno – interno, caldo – freddo, positivo – negativo, alto – basso….(una sorta di visone pari a quella della semiotica strutturale). Quella sulla mia schiena è solo una delle rappresentazioni possibili. Normalmente la parte bianca è posta a sinistra e quella nera a destra: il sole infatti sorge ad est e tramonta ad ovest. Le due componenti principali sono in equilibrio avendo pari superficie: la suddivisione in S delle due parti fa sì che il perimetro della parte Yang e della parte Yin siano equivalenti al perimetro dell’intera circonferenza
Bianco e nero, ma non solo: il disegno è composto da quattro elementi: Grande Yang, Grande Yin, Piccolo Yang e Piccolo Yin. Queste parti ricordano che gli assoluti non esistono, ma ogni componente ha in se il germe del suo opposto: il massimo dello Yang genera Yin e viceversa: ogni elemento non è mai definito ed è sempre relativo: un uomo è yang rispetto ad una donna, ma è yin rispetto ad una persona più anziana: l’assoluto non esiste, esiste una visione sotto qualche rispetto (come Peirce afferma che cogliamo solo aspetti particolari di ogni cosa). In questa rappresentazione vediamo le due componenti ferme, ma in realtà sarebbe più corretto immaginarle come liquide, come due fluidi che si mescolano pur mantenendo le proprie caratteristiche. L’unica elemento immutabile è il cambiamento stesso rappresentato dalla circonferenza: la stasi non esiste, l’evoluzione è continua (e qui andiamo nella semiotica interpretativa e generativa).
Normalmente Yang a sinistra e Yin a destra, ma sulla mia schiena sono orizzontali: rappresentano il Taoismo. Il Taoismo s’identifica con la natura e con la “via”, Tao. Definire cosa sia il Tao è impossibile: “Il Tao che si esprime con le parole non è il vero Tao” parole di Lao Tzu, il Tao è un principio sopra la morale che è insito nella natura: inotre il tao è vuoto, privo di elementi che ci permettono di definirlo, ma questo suo essere indefinito gli permette di generare ogni cosa (come la sostanza di Hjelmslev). Bisogna agire in accordo con la natura, non in maniera forzata o innaturale. Il Taoista dovrebbe conservare la semplicità e l’innocenza infantile e crede che la morbidezza prevalga sulla durezza. Nelle arti marziali questo si traduce con: “Un buon guerriero non è bellicoso, un buon vincitore non da battaglia, un buon comandante è un uomo umile”
Seguire il Tao nella vita in accordo con la natura e seguire il Tao nella società: il Confucianesimo. Rettitudine, rispetto delle regole e degli altri: si agisce perchè è giusto fare le cose, non perchè ci si aspetta una ricompensa o un vantaggio; non fare agli latri quello che non vorresti venisse fatto a te, fai agli altri quelo che vorresti venisse fatto a te. Uno degli aspetti che più interessanti è che, per il Confucianesimo, perchè riusciamo nelle nostre imprese è necessario l’aiuto del Cielo che però è fuori dal nostro controllo. Dato che non possiamo controllarlo è inutile preoccuparsi del successo o dell’insuccesso: dobbiamo solo impegnarci a fondo in quello che facciamo.
Intorno al T’ai Chi Tu troviamo i cinque petali del Mai Hua, il fiore di prugno. I cinque petali rappresentano i cinque elementi della tradizione cinese, i cinque continenti, i cinque popoli, i cinque archi del corpo (mano sx – mano dx, gamba dx – gamba sx, mano sx – gamba sx, mano dx – gamba dx, colonna vertebrale). Il fiore di prugno è un albero umile, che non si cura delle altre piante. Rimane in attesa durante l’inverno ed è il primo a sbocciare, ma solo per poco: i suoi fiori quando si staccano girano vorticosamente portati dal vento, ma cadono in piedi, in perfetto equilibrio. Il praticante di mei hua non si oppone al suo avversario, schiva la sua forza e rimane sempre in equilibrio, sia fisicamente che moralmente.
Intorno al disegno centrale troviamo una componente gli otto trigrammi, i pa kua. Immaginiamo Yang come 1 e Yin come 0: inizialmente ho solo due valori, 1 – 0, sì – no. Se li unisco posso avere quattro combinazioni 11 – 10 – 01 – 00, assolutamente sì – più sì che no – più no che sì – assolutamente no (vengono definite come le 4 immagini e come 4 stagioni). Aggiungendo un altro valore posso avere 8 possibili combinazioni e se sostituisco 1 con una linea continua e 0 con una linea spezzata ottengo gli otto trigrammi. Partendo dalla parte in alto a destra del mio tatuaggio abbiamo: cielo, vento, fuoco, montagna, terra, tuono, acqua, lago. Se unisco tra di loro i trigrammi ottengo gli esagrammi alla base dell’I Ching, il libro delle mutazioni, 64 esagrammi per descrivere qualunque situazione possibile in una concezione della storia ciclica, nella concezione che molte risposte che cerchiamo sono già in noi: abbiamo solo bisogno di accettarle. anche gli esagrammi sono in continuo mutamento in accordo con la natura
Infine all’esterno troviamo i cinque elementi: in alto il fuoco, il mio elemento, che è collegato all’organo più importante, il cuore; secondo la concezione cinese il cuore è molto più importante del cervello dato che il corpo può esistere senza cervello, ma senza cuore no. Come emozione è la gioia. A destra troviamo la terra, in basso a destra il metallo, in basso a sinistra l’acqua ed infine il legno. Gli elementi si generano e si distruggono vicendevolmente: il fuoco bruciando genera la terra attraverso la cenere, la terra al suo interno crea il metallo, il metallo attraverso la condensa produce acqua, l’acqua attraverso l’irrigazione genera il legno ed il legno bruciando genera il fuoco. Però il fuoco può distruggere il metallo fondendolo, il metallo può tagliare le piante, le piante possono coprire la terra e privandole dei nutrienti, la terra può bloccare l’acqua come una diga e l’acqua può spegnere il fuoco. Questi cinque elementi però non devono essere collegati agli elementi “fisici”, sono delle idee astratte che si collegano a questi elementi per delle somiglianze, non per una totale corrispondenza. L’uomo è considerato come composto da tutti questi elementi come un micro ed un macrocosmo al tempo stesso.
Questi vari elementi rappresentano la mia concezione della vita, delle arti marziali e della comunicazione: direi che sono la mia spiritualità.
Indovinate chi lo ha scritto
/in Riflessioni personali/by pierotaglia“L’interruzione di procedure mediche dolorose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati ottenuti può essere legittima. Si rinuncia all’accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni spettano al paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o altrimenti a coloro che ne hanno legalmente diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.”
Cardinal Joseph Ratzinger, catechismo della Chiesa cattolica, 1994, par. 2278.
Lo ha ripescato Daniele Luttazzi
Il mio testamento biologico
/in politica, Riflessioni personali/by pierotagliaNon vorrei che un domani sorgessero dei dubbi:
Io sottoscritto Piero Tagliapietra, nato a Desenzano del Garda (BS) il 21 aprile 1984, nella pienezza delle mie facoltà fisiche e mentali, dispongo quanto segue.
Qualora fossi affetto:
da una malattia allo stadio terminale,
da una malattia o una lesione traumatica cerebrale invalidante e irreversibile,
da una malattia implicante l’uso permanente di macchine o altri sistemi artificiali e tale da impedirmi una normale vita di relazione,
non voglio più essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico.
Nelle predette ipotesi:
qualora io soffra gravemente dispongo che si provveda ad opportuno trattamento analgesico pur consapevole che possa affrettare la fine della mia esistenza;
qualora non fossi più in grado di assumere cibo o bevande, rifiuto di essere sottoposto a idratazione o alimentazione artificiale;
qualora fossi anche affetto da malattie intercorrenti (come infezioni respiratorie e urinarie, emorragie, disturbi cardiaci e renali) che potrebbero abbreviare la mia vita, rifiuto qualsiasi trattamento terapeutico attivo, in particolare antibiotici, trasfusioni, rianimazione cardiopolmonare, emodialisi.
Sempre nelle predette ipotesi:
Rifiuto qualsiasi forma di continuazione dell’esistenza dipendente da macchine.
Detto inoltre le seguenti disposizioni:
non richiedo alcuna assistenza religiosa;
il mio corpo può essere donato per trapianti;
il mio corpo può essere utilizzato per scopi scientifici e didattici.
Lo scopo principale di questo mio documento è di salvaguardare la dignità della mia persona, riaffermando il mio diritto di scegliere fra le diverse possibilità di cura disponibili ed eventualmente anche rifiutarle tutte, diritto che deve essere garantito anche quando avessi perduto la mia possibilità di esprimermi in merito.
E questo al fine di evitare l’applicazione di terapie che non avessero altro scopo di prolungare la mia esistenza in uno stato vegetativo o incosciente e di ritardare il sopravvenire della morte
Grazie a Fox per la segnalazione
La chiesa, gli omosessuali, Nietzsche e le tarantole
/in politica, Riflessioni personali/by pierotagliaLa chiesa (strano) si schiera contro il riconoscimento degli omosessuali e contro la depenalizzazione dell’omosessualità come reato perchè porterebbe a discriminare i paesi che discriminano (??????? Forse è per questo che durante la seconda guerra mondiale non si sono schierati contro la germania, avrebbero discirminato chi non discriminava gli ebrei).
Nietzsche ha un capitolo meraviglioso nel “Così parlò Zarathustra”, parte seconda, “Delle Tarantole”, le tarantole sono “predicatori dell’eguaglianza”: […]<> […] non è il cuore che li entusiasma, ma la vendetta.
“Gli uomini non sono euguali”. E neppure dovrebbero diventarlo! […] La vita vuole edificare se stessa con pilastri e gradini” ed i gradini sono le differenze tra noi.
Se fossimo tutti uguali nessuno vorrebbe superare se stesso o si porebbe domande, ma rimarebbe nello stesso stato in cui si trova, nello status quo, a vegetare
Scontri in Grecia
/in politica, Riflessioni personali/by pierotagliaDurante gli scontri tra gli studenti e la polizia ieri è stato ucciso un ragazzo di 15 anni.
Non so se definirla una tragedia: la perdita di una vita umana è sempre qualcosa di terribile, ma in questo caso non si tratta di un drammatico incidente: tre agenti in una camionetta vengono assaliti da trenta manifestanti con pietre e bastoni. Gli agenti si difendono.
Mi sembra di rivedere la stessa situazione avvenuta al g8 con Carlo Giuliani: si è gridato allo scandalo, ma il ragazzo stava lanciando un estintore contro degli agenti.
Se qualcuno vi lanciasse contro un estintore, o vi assalisse in massa con pietre e bastoni, minacciando voi ed i vostri amici, lo guardereste con un sorriso e cerchereste di parlargli o pensereste a come mettere in salvo voi ed i vostri cari?
Manifestare è legittimo, se si cerca lo scontro non ci si sorprenda se l’altro invece di rimanere passivo reagisce.
Non sono un sostenitore della polizia, provo disgusto per quanto avvenuto alla Diaz e per la sua sentenza: penso che ogni cosa vada vista per quello che è, senza farsi prendere da pregiudizi politici o di parte. Il male non è a sinistra o a destra, così come il bene, la legalità o l’intelligenza, si tratta solo di aprire gli occhi e decidere di guardare e capire.
Il bue dice cornuto all’asino
/in Riflessioni personali/by pierotagliaBerlusconi dice che c’è una questione morale nel pd
Scontri tra studenti di sinistra e di destra
/in Riflessioni personali/by pierotagliaA quanto pare “non si sa chi” “nonsisaqualefrangiapolitica”ma sembra che qualcuno sia andato in piazza con ideee violente. Forse le foto possono dirci qualcosa, non le parole



La mia riforma universitaria 2.0
/in politica, Riflessioni personali/by pierotagliaForse sono pessimista, ma penso che oggi si sa dato il colpo di grazia all’università pubblica e in parte alla democrazia, rendendo il parlamento mero esecutore ed escludendolo da quella funzione di discussione e confronto che ritengo sia una delle sue prerogative più importanti.
Sono uno studente universitario che ormai è alla fine del suo 3+2, riforma che non ho condiviso e non condivido ora che l’ho subita, non condivido i tagli (la 133 non è una riforma, è solo una limitazione di risorse nei commi riguardanti lu’università, la ricerca e la scuola primaria).
Non sono contrario ad una riforma dell’università, anzi, penso che sia necessaria e doverosa e questa è la mia proposta: penso che criticare e basta sia troppo facile, facciamo anche qualcosa di propositivo.
Le linee guida della mia riforma sono trasparenza, meritocrazia e ciriteri di valutazioni internazionali ed oggettivi, così da ridurre gli sperchi e le baronie universitarie.
1) Analisi dell’università italiana. Come tutti i progetti una riforma strutturale non può che partire da un analisi seria: quanti studenti ci sono in Italia? come sono divisi per facoltà? quanti sono quelli in corso? quanti i fuori corso? quante sedi universitarie ci sono? quali sono i servizi che le università offrono? Tutti questi dati al momento non esistono (molti dei famigerati corsi con una persona sbandierati in questi giorni non sono aggiornati, sono dati vecchi ed inesatti), solo partendo da questi dati una riforma efficacie e strutturale è possibile.
2)Stabilire parametri di valutazione oggettivi internazionali. La valutazione dell’università, dei docenti e dei ricercatori deve basarsi su criteri oggettivi, validi a livello internazionale dove la meritocrazia sia fondamentale. La trasparenza deve essere un elemento fondamentale, in modo da eliminare le famigerate baronie: risultati e concorsi devono essere consultabili on line e chiari ed espliciti devono essere qualifiche per l’accesso ai concorsi e per le assegnazioni dei bandi di ricerca e delle cattedere. (Chiedo ai docenti ed ai ricercatori di fornire questi parametri poichè più informati di me)
3) Meritocrazia. L’anzianità come modalità di carriera deve essere abbandonato. Gli inetti possono essere sia giovani che anziani: se un professore è anziano, ma lucido e bravissimo nel suo lavoro non vedo perchè debba abbandonare il suo posto, viceversa se un professore non sa fare il suo lavoro, indipendentemente dall’età, verrà sostituito dove possibile da un altro, possibilmente giovane. I criteri meritocratici devono anch’essi essere internazionali e trasparenti (valutazione oggettiva delle opere scientifiche, criteri bibliometrici internazionali per esempio);
4)Stabilire parametri d’assegnazione dei fondi. I fondi statali non sono illimitati, ma per fare in modo che quel poco che c’è sia utilizzato efficaciemente, in base ai parametri ed ai risultati conseguiti i fondi vengono assegnati o ridotti. Anche in questo caso i criteri di assegnazione o riduzione devono essere trasparenti e basati su criteri oggettivi.
5) Possibiltà di passaggio a fondazione con vincoli. Dato il numero di fondi esigui una partecipazione dei privati si rende necessaria soprattutto per il finanziamento della ricerca. Il passaggio delle università a fondazioni deve essere comunque sottoposto a vincoli relativi alle tasse universitarie a carico degli studenti modulando le tasse in base al reddito (se qualche studente di economia volesse fornire dei parametri….)
Penso sia un buon punto di partenza, se avete altri suggerimenti per la mia riforma sono aperto al confronto, anzi, mi piacerebbero che ci fossero proposte integrative: riforma 2.0.
Rifoma e dimissione dei rettori
/in politica, Riflessioni personali/by pierotagliaDa Polisblog
Roberto Profumo, Magnifico Rettore del Politecnico di Torino, si dice pronto alle dimissioni se il Governo non cambia rotta in materia di riforme e tagli all’Università. In un’intervista a La Stampa, quotidiano della sua città, Profumo lancia parole al veleno: “Se il governo non cambierà strada, convocando i rettori, ritirando tagli insostenibili a aprendo la via a una seria riforma delle università, non potrò che dimettermi, insieme agli altri rettori italiani. Ne abbiamo parlato, siamo tutti d’accordo”.
Qui sta il punto caldo delle dichiarazioni di Profumo. Già perchè non sarebbe un’iziativa personale del Rettore di uno dei tre Politecnici d’Italia, ma la decisione sembra presa di comune d’accordo con i colleghi “Magnifici”. Infatti Enrico Decleva, Rettore della Statale di Milano, conferma: “Non potremo fare altro. La Finanziaria infligge alle università un colpo mortale”
L’analisi e la previsione dei tagli fatta da Profumo giustifica da sola le sue parole: “Al Politecnico, partendo da 114 milioni attesi dallo Stato per il 2009, il fondo di finanziamento ordinario calerà a 103 milioni nel 2010, 92 nel 2011 e 90 nel 2012. Peccato che già nel 2008 la spesa per gli stipendi del personale supererà i 99 milioni. Per far fronte agli scatti stipendiali e all’inflazione, i fondi dovrebbero invece crescere del 5% l’anno”.
Non riporto il resto dell’intervista che potete leggere integralmente al link indicato sopra. Mi preme però riflettere sulle Parole di Profumo. Non più “studentelli comunisti”, non più “maestre e maestri che adesso è finita la pacchia”, ora l’allarme arriva dalle massime autorità accademiche. Non si tratta più di maestro unico e di grembiulini rosa e blu, qui c’è in ballo l’intero sistema universitario italiano.
Un sistema che si fonda su due pilastri: i fondi pubblici e i finanziamenti privati delle industrie. Il primo viene tagliato dal Governo, il secondo, che nel caso del Politecnico di Torino copre il 60% del bilancio (ma non per gli stipendi, ma solo per la ricerca dei nuovi progetti, dice sempre Profumo), quanto durerà?
Siamo proprio sicuri che nel pieno di una crisi finanziaria che devasta le aziende, quest’ultime avranno ancora voglia di investire nella ricerca e nei progetti universitari? E se viene tagliato anche il secondo pilastro, cosa succede?