DDL editoria
Ci sono troppe voci che non tornano e che discordano: penso che però l’allarme sia immotivato, non penso sia infatti possibile controllare il rispetto di una norma così nebbiosa. (Franco Levi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e padre della riforma, sdrammatizza: “Lo spirito del nostro progetto non è certo questo. Non abbiamo interesse a toccare i siti amatoriali o i blog personali, non sarebbe praticabile”.)
Il problema maggiore e sul quale si sta discutendo risiede infatti nella definizione di prodotto editoriale, e sarà qui il vero punto di dibattito e lotta (studio aperto ad esempio, possiamo considerarlo prodotto d’editoria? fa informazione?). Ritengo comunque che verrà trovatauna definizione che escluderà i blog. (Levi insiste: “Con l’obbligo della registrazione non pensiamo al ragazzo che realizza un sito o un blog ma a chi, con la carta stampata, e con internet, pubblica un vero prodotto editoriale e diviene un autentico operatore del mercato dell’editoria”.)
Un punto della norma che mi vede a favore è l’equiparazione tra web e carta stampata a livello di media per quanto riguarda la responsabilità degli editori verso la diffamazione: se sei editore e diffami non deve importare il media (ed io condivido questa idea), mentre ora internet è considerato, erroneamente, meno forte, meno incisivo della carta stampata.
Aspettiamo, studiamo gli sviluppi e prepariamoci
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